GITA A BELGIOIOSO CISTA DA UN CONDOR
C’è un processo nell’economia del creato che non può mai fermarsi ed è quello che fa della notte il preludio del giorno con una incognita: non hai mai la certezza se con un sole splendente nel cielo o sotto una coperta di nubi. Il 10 di giugno era scritto…niente incognita! Cielo terso e sole splendente ad accogliere, sul piazzale mercato di Cassano Magnago, quella piccola folla festante di ragazzi e ragazze meno fortunati con i loro accompagnatori. Li guidava quel Caporal Maggiore che all’anagrafe è conosciuta come Nadia Zorzi.
È stato bello rivedere volti di amici sui cui fiorivano sorrisi che davano la misura e l’intensità per il piacere di ritrovarsi ancora una volta accomunati da quel sentimento, che per alcuni può essere solo un’astrazione, ma che per noi “Rapaci” è la massima dimostrazione di cos’è il “bene”. All’arrivo del pullman, che ci doveva trasportare in quel di Belgioioso (PV) si è sentita la Nadia richiamare (con un ordine perentorio) “Gregorio” che come suo solito non seguiva regole ed era derapato sulla strada del casinista.
A complemento di Nadia, insostituibile, lavoravano nell’ombra la schiera dei volontari. Era bello vedere l’Emilio Croci sbuffare, il Marcello Crespan (Presidente) sospirare con gli occhi rivolti al cielo, l’Angelo e l’Edo riderci sopra. Qualche autista litigare con l’attrezzatura ormai obsoleta dei Ducato per il bloccaggio delle carrozzine porta disabili…l’eterogeneità di un gruppo può creare situazioni complicate, ma se prese con saggezza, si possono sempre risolvere e farne motivo di scoppi d’ilarità generale. Credeteci…se ne fecero di belle…
Partenza…al pullman pieno zeppo si accodarono alcune macchine e i pullmini Ducato che trasportavano chi non poteva fare a meno della carrozzina. Nel viaggiare su quelle strade che portavano a Belgioioso non si poté fare a meno di commentare il come deve essere stata la vita di quelle persone che, diverse generazioni prima della nostra, hanno vissuto la lavorazione di quei vasti campi che ci apparivano ancora immersi nella coltivazione di riso e foraggi vari. Il sacrificare tante ore in quel duro lavoro senza l’ausilio di macchine agricole, vedere la metà del raccolto di quei terreni lavorati a mezzadria finire nei granai di quei signorotti, padroni del castello che si andava a visitare, (era la legge della sopravvivenza) per non parlare dell’isolamento vissuto per mesi causa neve e dense nebbie a rendere tutto uniforme su quel gelo Padano. Il duro patire di questo tenore su quei campi, per molte generazioni, ha creato il bisogno della condivisione e l’orgoglio per superare le difficoltà del contingente. Si è respirato su quel vivere aria contadina, aria ricca di saggezza popolare che oggi, riversatasi sui suoi giovani abitanti, ne ha fatto lo specchio con catino adibito al lavaggio d’un egoismo intriso di povertà umana. Non tutti giovani sulla carta d’identità ma giovani nello spirito…in quel sapersi mettere a servizio nel gestire la cosa pubblica senza ridondanti sigle politiche.
A Belgioioso, sono scesi dal nostro Pullman quelli che, per la moderna società, vengono identificati come “Gli ultimi”…ma loro erano la ad attenderci come si attende una “star” . Nella nostra discreta vita di “Rapaci” molto abbiamo visto ma ci mancava una cosa: Vedere l’amalgamarsi dei volontari targati A.F.P.D. con tutta la giunta di una cittadina: In testa la Sindachessa Francesca Rodato, tanto giovane quanto bella e collaboratori. Mamme pasticciere imbandire una tavolata di torte. Carrozzine spinte, in quegli ampi saloni, un po’ da tutti. Sembrava una gara per l’essere di utilità. Aleggiava su quella “Bolla” fuori dal mondo una serena armonia: Forse era dovuto al gemellaggio tra persone dalla concreta sensibilità rivolta a quel mondo fatto di creature di un Dio minore…? O forse l’accogliente saggezza ereditata da quel mondo contadino…? Mah…Chissà…Forse!
Ci furono offerte ampie spiegazioni su usi e costumi inerenti il castello e la loro attuale gestione in un linguaggio accessibile a tutti e con un tono di familiarità che colpiva. Mauro Barbotti il fotografo, ha sudato le classiche sette camicie per accontentare tutti. Ci è riuscito…? Se… no! Sarà motivo per impegnarlo quando ci ritorneremo su invito della Presidentessa della Proloco. Invito fatto sotto gli alberi della sede che ci ha ombreggiati mentre si mangiavano panini e crostini spalmati di Palzola. Il tutta bagnato da bibite e vino bianco Riesling molto gradito dalle signore.
Abbiamo volutamente lasciato per ultimo il più umile dei fautori di questa gita per disabili…l’amico Mariolino Rovida. Dire che abbiamo apprezzato è il minimo che possiamo scrivere. Caro amico, oggi grazie anche a te a Belgioioso abbiamo scritto un pezzo di storia di quell’associazione la cui finalità è anche quella di porre il mondo davanti alla necessità di farsi umile nel posare lo sguardo su chi dalla vita ha avuto poco e immergere il pensiero sul percorso delle difficoltà di un familiare e le problematiche del volontariato. Belgioioso è caratterizzato da fossati su cui si possono vedere quei volatili affezionati a campi invasi dall’acqua quali gli aironi che banchettano in libertà senza paura d’essere preda di becchi adunchi. Alla partenza del pullman per il ritorno a Cassano Magnago sentimmo un mormorio… i rapaci amano le montagne ma oggi hanno preferito sostare a ridosso degli acquitrini e hanno fatto incetta di preda…il nostro cuore! Ma ci hanno lasciato un po’ di quel sentimento che arricchisce i cuori disponibili a viverlo e cioè : Amore per Amare.
GREG SOTTOCORNA ...UN RAPACE